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Impiego della carta BATH sui francobolli della Prima Emissione dello Stato Pontificio di G. Padrin

Il marchio Bath Scriveva Ippolito Nievo all’ amico Andrea Cassa in una lettera datata “Padova, giugno 1853” : “... Benedetta la Provvidenza che mi insegnò a scrivere e che mediante le benefiche scoperte dell’inchiostro bleu del Signor Luigi Topo, chimico patentato, della penna d’acciajo a tre punte e della carta uso Bath della privilegiata fabbrica di Rovereto...”

Questa lode dello scrivere come elemento liberatorio dell’ animo e, nelle parole del letterato, atto sufficiente a giustificare una stessa esistenza, mostra comunque l’esigenza, del tutto umana, di farlo con i migliori mezzi a disposizione. Ecco allora che all’ “inchiostro bleu del Signor Luigi Topo”, alla “penna d’ acciaio a tre punte” si unisce, nell’ elencazione del meglio, “la carta uso Bath”.
Notiamo bene, non la carta “Bath” ma un succedaneo, probabilmente di qualità analoga, se non superiore, fornito da una delle tante cartiere che si specchiavano sul lago di Garda.

continua

 




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