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Pagina personale di De Martino dr. Valerio

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1941 LETTERA PER LA SVIZZERA OVVERO DOMANDE SENZA RISPOSTE …!!! di V De Martino

La Svizzera all’ indomani dell’ armistizio franco-tedesco (25.6.40), ormai completamente accerchiata dalle forze dell’ “asse” richiamò alle armi 450.000 cittadini e introdusse un sistema di turni che permetteva di avere costantemente in armi 120.000 uomini nel “ridotto centrale alpino” e sui tre cardini di difesa (St. Maurice – S. Gottardo – Sargans). Agli uomini mobilitati veniva versata una “indennità di perdita di guadagno”. Su questo sfondo storico da interpretare l’ oggetto postale che propongo all’ attenzione dei lettori.
Ritrovato casualmente e a costo insignificante probabilmente disdegnato come comune dal collezionista l’ oggetto che propongo sprigiona quel sottile fascino che stimola domande oltre l’ orizzonte dei parametri squisitamente storico-postali. Affrancata con un valore L. 1,25 della serie “fratellanza d’ armi” in tariffa Lettera 1° per estero la busta impostata a Milano 8. marzo 1941, diretta a destinatario presso unità dell’esercito svizzero (Gob. San. Kp. 1/8 FELDPOST), fu inoltrata,  dopo prescritta  verifica dalla censura italiana che appose il relativo timbro e fascetta, a destinazione ove giunse il 20 marzo come da timbro della “feldpost – poste de campagne 8” che, essendo il destinatario rientrato alla propria residenza ad Emmen (Cantone di Lucerna), rispedì la busta cassando gli estremi del reparto e feldpost e aggiungendo per l’ identificazione il termine “Coiffeur” sufficiente perché lo stesso giorno fosse recapitata normalmente non riscontrandosi segni di impossibilità o di rispedizione al mittente. Questi gli inoppugnabili dati rilevabili per una condivisibile analisi storico-postale che identifica, come accennato, l’ oggetto in questione come non di particolare pregio. Eppure  la busta, o meglio alcuni dei dati rilevabili sulla busta,  pone domande che investono campi non collezionistici ma non per questo meno interessanti. Perché il Nini Pescia, certamente italiano o di origine italiana, operava presso reparto militare dell’ esercito svizzero? Che fosse un militare in forza ad unità dell’ esercito per cui la S. innanzi il nome del destinatario debba intendersi come la qualifica (Soldato ?) o il grado ricoperto (Sergente ?) oppure altro stato della gerarchia militare ? Perché la feldpost ritenne non doversi aggiungere il recapito domiciliare in chiaro essendo impossibile, anche per ragioni amministrative, che lo ignorasse mentre conosceva la specifica qualifica professionale ritenuta sufficiente per il recapito postale in una citta, Emmen, di oltre 25.000 abitanti ?  E ancora dove era dislocato il reparto di appartenenza del nostro destinatario considerato che fu sufficiente meno di un giorno perché la rispedizione andasse a buon fine ?
Risposte dalle più o meno plausibili alle totalmente fantasiose ne ho trovate ma confido che qualche lettore possa dirci qualcosa di esaustivo e, soprattutto, documentato. In ogni caso la finalità della pubblicazione è quella di dimostrare come a volte, il documento postale proponga campi d’ indagine di diversa natura ma comunque degni di essere approfonditi. 

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